https://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/Surfer.gif

#5 – Altair

di Fabio Furlanetto

 

Nube di Oort, 1 anno-luce dalla Terra

Silver Surfer scruta il cosmo con un’espressione impassibile sul volto. E’ in piedi sulla propria tavola da surf, mentre Joy Traveler si è seduta sul bordo.

-Quanto tempo ci vorrà ancora? Preferirei tornare su Titano – si lamenta la ragazza.

A risponderle non è il surfista ma EEVA, il computer olografico di Urano in forma di luce solida.

<Sconsiglio questa opzione. Il tuo contatto prolungato con il pianeta ti farebbe esplodere>

-Esploderò comunque se continuiamo a restarcene fermi qui! Apprezzo l’aiuto nel cercare di risalire alle mie origini, ma da quanto tempo Surfer sta cercando quella firma energetica?

<Trentasei ore, quarantasette minuti e diciannove secondi>

-Di questo passo ci vorrà un milione di anni!

<Impossibile stabilire un termine massimo per il tempo di ricerca causa mancanza di dati. E’ tuttavia possibile ipotizzare che sia necessario molto più tempo>

-Andiamo – interviene Silver Surfer. Ad un suo minimo cenno la tavola si muove molto più rapidamente della luce, lasciando in un batter d’occhio il sistema solare.

-Vuoi dire che hai già trovato una pista!? – si meraviglia Joy.

-No. Ma a quanto pare siamo stati invitati ad una festa – risponde cripticamente l’ex Araldo.

 

Galassia Kree, 180.000 anni-luce dalla Terra

Conosciuta sulla Terra come Grande Nube di Magellano, questa galassia è la dimora di una delle tre superpotenze spaziali. Nonostante la propaganda Kree, chiunque può recarsi nel suo territorio praticamente indisturbato: è fisicamente impossibile pattugliare qualcosa di così immenso.

Una piccola nave mercantile esce dall’iperspazio in prossimità della Nebulosa Tarantola, una regione di formazione stellare larga più di mille anni-luce.

Situata ai confini della propria galassia, la Nebulosa Tarantola è da tempo immemorabile sotto il diretto controllo dell’Esercito Imperiale Kree. Anche ad anni-luce di distanza, la sua luminosità è tale da rendere necessario il quasi totale oscuramento dello schermo principale per evitare di accecare i tre passeggeri della nave.

-Sei sicura che sia questo il posto giusto? – chiede la zenn-laviana Shalla-Bal.

-Il mio primo ricordo è mio padre che mi insegna queste coordinate – risponde la Skrull S’ra.

-I sensori non rilevano niente. Terrax, riesci a vedere il laboratorio?

-Io sono qui solo per combattere – alza le spalle l’ex Araldo di Galactus.

-Andiamo. Le radiazioni di centinaia di migliaia di stelle all’interno della nebulosa possono confondere i sensori più avanzati, ma non i tuoi sensi cosmici – insiste la zenn-laviana.

-Vuoi un laboratorio? Questo è il centro di ricerche principale dei Kree, ce ne sono a milioni.

-Questo qui – risponde S’ra, indicando un punto preciso della mappa della nebulosa.

Se Terrax resta impassibile a questa informazione, Shalla-Bal è visibilmente preoccupata dalla prospettiva della loro destinazione. Prospettiva che non è aiutata dalla comunicazione trasmessa via radio proprio in questo istante:

-Attenzione, nave non identificata. La vostra presenza in questo settore è in violazione delle leggi imperiali Kree: preparatevi ad essere abbordati.

-Finalmente – sorride Terrax, sollevando la propria ascia.

 

Altair, 17 anni-luce dalla Terra

Da questa distanza, il Sole terrestre è pressoché indistinguibile dalle altre stelle, solamente un pallido punto di luce tra miliardi di sosia.

Altair illumina un sistema solare altrimenti deserto. La stella ruota su se stessa molto più rapidamente del Sole, schiacciandone i poli in una forma insolita.

Per gli standard galattici è una stella poco interessante, trascurata dal commercio e dalla politica interstellare. Uno degli ultimi luoghi dove Silver Surfer si aspetterebbe di trovare una nave da crociera rigelliana.

-Una nave civile. Curioso, credevo che i Colonizzatori di Rigel non avessero colonie in questo settore della galassia – riflette Silver Surfer a voce alta.

-Li conosci? Possiamo fidarci? – chiede Joy. Gli ultimi alieni con cui ha avuto a che fare... con l’eccezione di Surfer stesso naturalmente... non sono stati particolarmente amichevoli.

-I rigelliani non sono naturalmente ostili. Sono una delle razze più evolute della galassia, sia tecnologicamente che socialmente – risponde l’ex Araldo.

<Tentarono di colonizzare Urano settemila anni fa> rivela EEVA, il cui tono di voce non tradisce nessun attaccamento emotivo al ricordo.

-Immagino senza molto successo – ipotizza Silver Surfer.

<Esattamente. Troppo primitivi>

C’è qualcosa nella voce di EEVA, una fredda soddisfazione nel constatare la superiorità della civiltà che l’ha costruita, che fa rabbrividire Joy Traveler.

 

Il portellone si apre per lasciar entrare Silver Surfer, che è nuovamente sorpreso dal comitato di benvenuto. Naturalmente si aspettava i due rigelliani: alti poco più di un metro, la testa proporzionalmente molto più grande di un essere umano, piuttosto gracili.

La sorpresa è che stanno solamente scortando un terzo: alto più di due metri nonostante la schiena sia estremamente curva, dalla pelle gialla, ed in generale dall’aspetto disgustoso per un umanoide.

-Tu. Sei Silver Surfer? – chiede l’alieno, agitando la lingua biforcuta nel pronunciare ogni “s”.

-Non me lo chiedono spesso – ammette l’ex Araldo.

-L’aura cosmica coincide al 100%. Identificazione positiva - chiarisce uno dei rigelliani dopo una rapida occhiata ad uno strumento da polso.

-Nessun dato disponibile sulle femmine – aggiunge l’altro rigelliano.

-Solo tu sei stato invitato. Tu mi segui, loro no – spiega l’alieno giallo.

-Non voglio restare sola con questa gente – risponde Joy, stringendosi a Silver Surfer.

<Lo sviluppo tecnologico dei rigelliani rispetto al mio database non è significativo. Anche io non ho interesse a restare> aggiunge EEVA.

-Allora abbiamo un problema – nota uno dei rigelliani, puntando la propria arma verso Surfer.

-Tristemente, questo è un tipo di accoglienza a cui sono più abituato. Qual è il motivo di questa ostilità? Credevo di essere stato invitato.

-Signori, signori, vi prego, vi pare questo il modo di trattare un ospite di riguardo?

A parlare è stato un uomo di un’altra specie che Surfer non riconosce. Umanoide, pelle viola, solo tre dita per mano ed occhi rosso acceso.

-Solo lui è invitato. Loro sono intruse – si giustifica l’alieno giallo.

-Dovete scusare il mio amico Qhojip. E’ un Nuwali... ottimi burocrati ed eccellenti tuttofare, purché ci si ricordi di dare loro istruzioni precise. Ma adesso è tutto a posto, vero Qhojip?

-Tutto a posto – risponde l’alieno, mentre i due rigelliani depongono le armi.

-Splendido. Perché non facciamo due passi, Silver Surfer?

-Preferirei avere prima delle risposte.

-Insisto.

-Allora non vedo perché no – cambia immediatamente idea l’ex araldo, avvicinandosi all’alieno viola non curandosi di Joy che cerca di trattenerlo.

-C’è qualcosa che non va in tutto questo. Conosci questo tizio?

-Facciamo solo due passi – minimizza Silver Surfer.

-Ma...

-Qhojip, perché non intrattieni le signore fino al mio ritorno? Sono sicuro che apprezzeranno la tua calorosa compagnia – istruisce l’alieno viola.

-Io non vado da nessuna parte con questo viscido... – inizia a rispondere per istinto Joy, quando il Nuwali la afferra per un braccio. Il suo tocco è disgustoso e la ragazza si volta verso l’alieno viola per protestare...ma si blocca. All’improvviso, il ribrezzo è completamente svanito.

-Cosa... cosa stavo dicendo? – domanda.

-Stavate andando a bere qualcosa assieme – le ricorda l’alieno viola.

-Ma certo. Vieni EEVA, perché non andiamo a bere qualcosa con Qhojip?

<La mia forma di luce non ha bisogno di nutrienti. Joy Traveler, Silver Surfer, secondo le mie analisi il vostro comportamento non è 0011101110110011010 Non trovo motivi per rifiutare>

L’alieno viola sorride, osservando il Nuwali allontanarsi assieme alla ragazza e all’ologramma. Silver Surfer resta di fianco a lui, portando una mano alle tempie.

-Tutto questo è molto strano. Qualcosa sta annacquando la mia volontà.

-Davvero? A me non sembra proprio.

-In effetti, ora mi sento molto meglio. Meglio di quanto sia mai stato prima.

-Ho questo effetto sulle persone, Surfer. Posso chiamarti Surfer, vero?

-Ma certo. Io, invece, non conosco nemmeno il tuo nome.

-Saren Lotus. Ma tu puoi chiamarmi “signore” – risponde l’alieno viola, appoggiando una mano sulla spalla di Silver Surfer. L’argento della sua pelle diventa viola al suo contatto.

-Tutto quello che vuole, signore – risponde l’ex Araldo.

 

Galassia del Cane Maggiore

25.000 anni-luce dalla Terra

Ci sono stelle più giovani di lui. Infinite civiltà sono nate, cresciute e morte durante la sua vita. Ricorda mondi inghiottiti da buchi neri  prima ancora che questa galassia si formasse. Ha visto i confini di questo universo e di altri, è stato la causa scatenante e la fine violenta di miliardi di guerre interstellari, ha schiacciato dei senza nemmeno accorgersene ed ha discusso l’esistenza con la personificazione della Morte.

Per tutto ciò che vive, per chiunque crede che il domani sia un luogo luminoso, egli è il nemico.

Egli è Galactus. E non è felice.

-Che cos’è questo? – tuona la sua voce.

Stardust si inginocchia ed abbassa la coda al suo cospetto. Alle sue spalle c’è un essere bianco, alato, di forma femminile, con solo una bocca al posto della faccia.

-Si definisce l’Angelo Negativo, o potente Galactus. L’avrei distrutta per avermi impedito di portare a termine il mio compito di Araldo, ma pensavo potesse interessarti.

-Ti porto un dono, o Supremo. Energia vitale raccolta da uno dei mondi di cui ti saresti cibato.

Seduto su una poltrona grande quanto un palazzo, affacciata su una enorme finestra con vista su una supergigante blu, il Divoratore di Mondi non risponde subito. La sfera di energia pulsante tra le mani dell’Angelo Negativo sembra tentarlo.

-Galactus conosce la tua razza, parassita. Non hai niente di degno del mio interesse.

Il Divoratore si volta, dando le spalle ai suoi interlocutori. Stardust resta in ginocchio, mentre l’Angelo Negativo si agita.

-Ascoltami, o Potente! Miliardi di anime sono morte per donarti sostentamento!

-Galactus ha parlato. La tua presenza qui non è più gradita - chiarisce Stardust, stringendo entrambe le mani destre sull’alabarda cosmica che non vede l’ora di usare.

-Capisco. Il mio dono non è ancora abbastanza. Ucciderò molti più mondi per il prossimo tributo – promette l’Angelo Negativo, dispiegando le ali bianche e volando via.

Stardust preferisce non inseguirlo. Nonostante consideri Galactus più di un dio, è chiaro che l’Angelo Negativo è qualcosa di più di un semplice Araldo.

-Mio signore, quell’essere...che cosa...

-Galactus ha fame - si limita a dire il gigante.

-Troverò immediatamente un pianeta che possa saziarvi, o Galactus – risponde d’istinto Stardust.

Se non fosse un fanatico seguace di un dio spaziale, penserebbe che Galactus abbia preferito cambiare argomento.

 

Altair, 17 anni-luce dalla Terra

La nave da crociera è quanto di più lussurioso si possa immaginare, persino per gli standard rigelliani. Silver Surfer ed il suo misterioso ospite dalla pelle viola, Saren Lotus, oltrepassano la sala da ballo anti-gravitazionale mentre una musica sintetica pervade l’atmosfera.

-Noto che la Terra non è l’unico pianeta di cui non comprendo le qualità acustiche.

-Davvero? A me questo ritmo non dispiace affatto – risponde Saren.

-Ha senz’altro un suo fascino – commenta d’istinto l’araldo, chiedendosi quali difetti possano esserci in un capolavoro simile. Perché non dovrebbe piacergli? No, gli è sempre piaciuta.

-Dì la verità, Surfer, non ti aspettavi che i rigelliani potessero divertirsi, vero?

-Effettivamente no. La loro non è una società che pone molta enfasi sul divertimento.

-Perché tendi a dare credito agli stereotipi. Anche in una cultura interstellare vecchia di migliaia di anni ci sono sempre individui che si sentono esclusi. Prendi me, per esempio: non troverai un solo altro Teloviano come me in tutto l’universo.

-Per quale motivo?

-Sono tutti morti. Telovi è stato distrutto molto tempo fa.

Saren Lotus si ferma. Resta ad osservare la folla di rigelliani che si contorce nell’estasi musicale, senza dire una sola parola. E’ Silver Surfer a rompere il silenzio:

-Mi dispiace.

-Davvero? Qualche motivo specifico?

-Tutta la vita è preziosa. Ogni perdita impoverisce il cosmo.

-Dimmi la verità.

-Lo sto facendo – risponde perplesso Surfer. La risposta non sembra soddisfare per nulla Saren, che si volta di scatto per fissarlo negli occhi.

-Dimmi la verità. Nessuno può resistermi a questa distanza.

Qualcosa è cambiato. Il cuore di Silver Surfer sobbalza: neanche ricordava di averne uno. L’aria si fa più pesante, ed improvvisamente è come trovarsi di fronte ad un buco nero mentale: non importa quanto si sforzi di pensare diversamente, la sua mente può solo precipitare nella direzione che Saren Lotus ha scelto per lui.

-Colpa. Come Araldo di Galactus ho condannato a morte centinaia di mondi.

-Centinaia. Ricordi alla perfezione ognuno di essi?

-Ogni mondo è... Cosa stai facendo alla mia mente?

Silver Surfer alza un pugno e lo punta verso Saren, pronto a rilasciare una scarica di potere cosmico. Ma non riesce a fare nient’altro che restare immobile.

-Stiamo solo parlando. Tu non mi faresti mai del male, vero?

-No...certo che no... – risponde Surfer, abbassando il pugno e facendo un passo indietro. Si sente esausto: solamente pensare di attaccare Saren Lotus lo ha sfinito.

-Non sei il primo a non aver mai sentito parlare di Telovi. Avevamo appena iniziato il nostro programma spaziale quando abbiamo avuto il nostro primo visitatore alieno.

-Galactus – ricorda Silver Surfer. La sua mente è ora carica di immagini di milioni di alieni dalla pelle viola che puntano il dito verso un essere dalla pelle d’argento che sorvola il loro pianeta.

-Due miliardi di persone e cinquemila anni di storia. Ho visto Galactus distruggere tutto dalla superficie della nostra luna. Ero solo un primitivo astronauta, indegno dell’attenzione del Divoratore e del suo servo. Solo un giorno di lavoro come tanti altri per te, no?

-Il tuo odio nei miei confronti è pienamente giustificato, Saren Lotus. Se potessi fare qualcosa per riportare in vita la tua gente, credimi, lo farei.

-Oh io ti incolpo, eccome. Ma cosa mi dici di loro?

Saren indica i rigelliani, ancora completamente ignari di ciò che avviene a poca distanza dal loro divertimento.

-Perché non hanno fatto niente per aiutare Telovi?

-Nessuno può fermare Galactus. Anche mondi appartenenti ai Colonizzatori sono stati divorati.

-E quanti di loro si sono messi in salvo? Quanti altri Teloviani si sarebbero salvati se solo una delle decine di razze più avanzate avesse condiviso con noi la tecnologia dei viaggi spaziali?

-Non puoi incolpare un’intera specie per non aver fermato una catastrofe come Galactus.

-Avresti ragione se fosse impossibile. Ti ricordi cosa è successo qualche mese dopo la distruzione di Telovi? Mentre io piangevo il mio pianeta, aspettando di essere soccorso da una spedizione scientifica Ovoide? Puoi non ricordare ogni singolo mondo su cui hai condotto Galactus, ma sono sicuro che tu non abbia dimenticato il pianeta su cui lo hai portato dopo Telovi.

-La Terra – ricorda Surfer.

-Ironico, vero? L’araldo si ribella al proprio padrone per salvare un mondo... subito dopo aver distrutto il mio. L’universo ha un senso dell’umorismo davvero sadico. Mi ha insegnato bene.

-Non mi hai portato qui per vendicarti, vero? Sai di non potermi uccidere.

-E tu hai già capito di non poter alzare un dito contro di me. La mia gente aveva un dono molto speciale, Surfer: non eravamo la specie più forte o più veloce su Telovi, così abbiamo sviluppato la capacità di renderci inattaccabili. Ti sei accorto che non riesci a darmi torto? Che accetti ogni mio suggerimento, ogni mia idea, senza che io debba fare niente per convincerti? Prova anche solo a pensare di colpirmi, e scoprirai di non ricordare più nemmeno come si fa.

-Silver Surfer non si piega davanti a nessuno – risponde sferzante l’araldo, raccogliendo il proprio potere cosmico. Crea a malapena un flebile bagliore, prima di crollare in ginocchio.

-Ti credi ancora migliore di me, vero? Credi che la tua forza di volontà sia superiore alla mia. Io invece credo che le tue pretese di nobiltà siano solo un meccanismo di difesa per nascondere a te stesso i tuoi crimini.

-Torturare me... non riporterà indietro Telovi...

-No, certo che no. Ma posso fare qualcosa per evitare la prossima disgrazia. E per farlo non basterà nemmeno il mio potere... i governi si muovono solo in risposta ad azioni eclatanti. Seguimi.

 

Joy Traveler non si sente a proprio agio. Ha vissuto sulla Terra per così tanto tempo da non essersi ancora abituata a trovarsi tra alieni, ma non è questo a disturbarla. C’è qualcosa di strano nell’aria... la presenza di Saren Lotus è tangibile anche a questa distanza, un peso costante su ogni pensiero.

Il Nuwali ha condotto lei ed EEVA in una stanza privata, ben isolata dai civili rigelliani.

-Sicura di non voler bere niente? – chiede il Nuwali, infilando l’indice in un bicchiere ricolmo di un liquido denso e colloso. Il suo aspetto non è per nulla invitante, ed osservare il dito giallo assorbire la bevanda come una spugna è a dir poco disgustoso.

-Che roba è?

<Una soluzione di C9H13NO3> - spiega EEVA.

-Credo che la tua gente la chiami “adrenalina” – aggiunge il Nuwali.

-“La mia gente”? Sei stato sulla Terra?

-Non personalmente. Ma il mio popolo ha gestito qualche commissione. Mai sentito parlare della Terra Selvaggia? Siamo stati noi.

<Gli archivi di Urano riportano la vostra presenza. Che cosa ti porta qui?>

-I Nuwali sono una delle razze più antiche della galassia, ma negli ultimi 250 milioni di anni siamo stati superati da innumerevoli civiltà mentre la nostra ristagnava. Abbiamo servito esseri più potenti di noi per troppo tempo: è ora che i Nuwali si ribellino.

-Prendendo ordini da qualcun altro? – suggerisce Joy.

Leggere l’espressione sul volto di un Nuwali non è semplice per degli alieni, per colpa dei pochissimi muscoli facciali. Eppure Joy ha l’impressione di aver toccato un nervo scoperto.

Se Qhojip ha intenzione di controbattere però non ne ha il tempo, perché un segnale luminoso indica una chiamata in arrivo.

Alla pressione di un pulsante altre quattro persone si uniscono in forma olografica alla discussione, e si tratta di un gruppo particolarmente eterogeneo.

Joy riconosce solo un rigelliano; a prima vista penserebbe fosse una donna, ma con gli alieni non si può mai sapere. Si trova assieme ad un altro alieno dalla pelle giallastra e dal cranio voluminoso, un mostro rettiliforme quasi nudo ed un qualcosa che sembra un cavallo umanoide.

A vederli assieme si fa fatica a credere che abitino la stessa galassia, figuriamoci immaginare un motivo per cui possano condividere la stessa stanza.

<Nuwali, Rigelliani, Ovoidi, Badoon e Kymelliani> precisa EEVA.

-Siamo pronti a trasmettere, Qhojip – annuncia l’Ovoide.

-Trasmettere che cosa? – chiede Joy.

-Il messaggio di Saren. La Ribellione sta per mostrarsi all’universo – risponde il Kymelliano.

 

Saren Lotus apre la porta che conduce alla sala da ballo, e la musica si interrompe di colpo.

La sua sola presenza gela l’atmosfera: anche se i rigelliani non seguono nessuna religione, trovarsi nelle sue vicinanze suscita in loro una reverenza assoluta.

-Ogni specie dell’universo si crede unica, Silver Surfer. Un miracolo. Credono di essere eterni ed incorruttibili, mentre non sono altro che un’accozzaglia di elementi chimici che ha deciso di definirsi viva. Credi di essere al di sopra di ogni tentazione, ma non sei molto diverso.

-Forse un tempo ero come te, ma ora sono un Araldo. Le limitazioni di un corpo fisico...

-...ti influenzano ancora, anche se tu lo neghi. Sei potere cosmico vivente, certo, ma guidato da una coscienza formatasi da una forma di vita animale. E tutto ciò che è vivo può essere manipolato.

-Sopravvaluti il tuo potere, Saren Lotus. La mia forza di volontà non cede ai tuoi trucchi.

-Lo metteremo presto alla prova. Ma ora basta parlare di filosofia, non c’è niente di più volgare di un terrorista che si atteggia a sofisticato intellettuale. Qualcuno sta registrando?

Uno dei rigelliani attiva una piccola telecamera volante, che si posiziona per poter inquadrare Saren e Silver Surfer al suo fianco. Alle loro spalle ci sono un centinaio di rigelliani, inginocchiati in religioso silenzio ad ascoltare il messaggio.

 

-Io sono Saren Lotus di Telovi. Se la vostra tecnologia è sufficientemente sviluppata da ricevere questo messaggio, la morte del mio pianeta è colpa vostra. Per troppo tempo le razze più progredite della galassia hanno guardato i mondi più primitivi con sufficienza. Mai più. Da questo momento, ogni tecnologia benefica dovrà essere messa a disposizione di tutti gli esseri senzienti. Coloro che continueranno una politica di non-interferenza avranno ciò che si meritano. Silver Surfer?

-Ti ascolto, Saren Lotus.

-Uccidi tutti i rigelliani in questa stanza.

Tutto avviene in pochi istanti. Il tempo che passa tra pensiero e azione è pressoché nullo: il Potere Cosmico carbonizza i tessuti viventi prima ancora che Surfer si renda conto di averci pensato.

Ogni fibra del suo essere era pronta a combattere il controllo mentale...ma non si tratta di questo, Saren non è un telepate. E’ corruzione vivente.

-Nemmeno un Araldo di Galactus può opporsi al mio volere. Comanderò le vostre legioni, le vostre truppe, le vostre armate, darò fuoco all’intero universo perché possiate sentire la mia voce: la Ribellione è iniziata. E niente si metterà sulla mia strada.

 

La registrazione si interrompe. Saren Lotus si allontana da Surfer, ma il peso sull’anima causato dalla sua sola presenza non accenna a diminuire. Strapparsi un arto sarebbe più semplice che attaccarlo.

-E’ stato facile, no? Tutta la tua nobiltà e non sei che un pupazzo nelle mie mani.

-Sai che non puoi controllarmi per sempre – risponde Silver Surfer a denti stretti.

-Probabilmente no. E se sarò soltanto io, da solo con interi imperi stellari contro di me, questa sarà una campagna breve. Ma se posso piegare Silver Surfer in persona al mio volere a tal punto da fargli commettere una strage a cuor leggero, pensi davvero che mi mancheranno gli alleati?

Silver Surfer vorrebbe rispondere, ma gli mancano le parole. E non è solo per colpa del potere di Saren: non sente davvero nulla per ciò che ha fatto. Un terrestre che schiaccia una zanzara prova più rimorso. Se qualcuno con il coraggio di ribellarsi a Galactus può essere piegato in questo modo da Saren, che speranza avranno gli altri mondi?

-Potrei ordinarti di mettere fine alla tua stessa vita, sai. Vendicare Telovi. Ma per te la morte sarebbe una benedizione. No, non morirai oggi, Silver Surfer: osserverai la mia ascesa ed il mio trionfo, guarderai inerme amici, alleati ed amanti giurarmi eterna fedeltà, fino a quando non resterai l’ultimo ostacolo sulla mia strada. Allora, e solo allora, ti concederò di morire.

Basterebbe così poco per fermare Saren. Ma Silver Surfer non riesce nemmeno a pensare di alzare un dito contro di lui.

-Pagherai per i tuoi crimini, Saren Lotus. Fosse anche la mia ultima azione in questa vita.

-Abbiamo tutti le nostre illusioni. Ora vattene, porta con te i tuoi alleati e non cercare di seguirmi.

Il peso è svanito. La leale tavola da surf appare ai piedi dell’araldo, che si irrigidisce per impedire ai suoi muscoli di muoversi. Saren Lotus lo fissa negli occhi.

-C’è qualche problema?

-No, signore – risponde Silver Surfer, volando via passando attraverso le paratie della nave.

Saren Lotus resta da solo in una stanza piena di cadaveri innocenti. Osserva da una finestra la figura argentea allontanarsi; il suo odio è così potente da essere tangibile anche da quella distanza.

-E così, la Ribellione inizia...

 

Galassia Kree, 180.000 anni-luce dalla Terra

Sulla Terra, questa stella è conosciuta come R136a1, un nome che non incute il timore necessario per un simile mostro. Con una massa 260 volte più grande del Sole terrestre e 8,7 milioni di volte più luminosa, R136a1 emette un vento stellare così possente da spazzare via ogni vascello sia così coraggioso da avvicinarsi.

L’unica ragione per cui la piccola nave mercantile sopravvive è Terrax: la sua ascia cosmica taglia la furia degli elementi, deviando il vento stellare prima che possa raggiungere la nave.

-Anche così non resisteremo a lungo. Dov’è il laboratorio? – chiede Shalla-Bal.

-Dove nessuno può raggiungerlo – risponde S’ra, recuperando un pendente dalla scollatura.

A prima vista è un ciondolo da pochi soldi, ma ogni cosa associata agli Skrull nasconde sempre qualcosa. S’ra punta il gioiello verso la stella, e qualcosa appare tra la nave e R136a1.

Una stazione spaziale, attraversata dal vento stellare nella sua forma intangibile.

-Finalmente, il laboratorio segreto di Jakos Nor. Saren ne sarà entusiasta – si compiace Shalla-Bal.

 

CONTINUA!

 

Nel prossimo numero: Rigel

 

Note astronomiche

Nube di Oort

Altair

Grande Nube di Magellano

Nebulosa Tarantola

Galassia del Cane Maggiore

Supergigante blu

R136a1